JERUSALEM_figure della promessa

GIOVANNI CHIARAMONTE
JERUSALEM
figure della promessa

Le tavole dei Comandamenti davanti a cui giocano le bambine di una scuola, un aquilone che si alza nel cielo di un parco nella festa della Repubblica, il ceppo di un albero sul luogo della battaglia combattuta nel corso della guerra del 1967, la tomba di Davide, il Muro del Pianto, il cenacolo in cui Gesù, gli apostoli e Maria hanno celebrato la Pasqua, la cripta del Santo Sepolcro, la soglia della Moschea dove i musulmani si dirigono verso la preghiera del venerdì sono alcune delle immagini che testimoniano del pellegrinaggio di Giovanni Chiaramonte a Gerusalemme.
Egli parte dalla constatazione dell’eliminazione di Gerusalemme dalla figura della città occidentale (Parigi, Londra, Washington) e i luoghi da lui rappresentati testimoniano della grandezza e della luce dei gesti e delle costruzioni degli uom ini che là hanno vissuto e vivono.

“Nel qui dove io ora sono, a proposito di Gerusalemme, come Tobia posso dire che gli abitanti di tutti i confini della terra verranno verso la dimora del tuo santo nome, portando in mano doni, per il re del cielo. Generazioni e generazioni esprimeranno in te esultanza e il nome della città eletta durerà nei secoli.
Nell’immagine impressa dalla luce vive soltanto il tempo presente: come una profezia del Giudizio, la fotografia testimonia che non ci può essere nostalgia del tempo passato o paura del tempo futuro, perché nel dramma di ogni momento respira e si rivela come speranza l’istante perenne della memoria di Dio.” (dalla prefazione dell’autore)

Inaugurazione della mostra fotografica

Sabato 6 dicembre
ore 11.00
Libreria Internazionale
Paolo VI
Via di Propaganda Fide n. 4
Roma
Sabato 13 dicembre
ore 17.30
Accademia Nazionale di San Luca
Palazzo Carpegna
piazza dell’Accademia di San Luca n. 77
Roma
presentazione del volume
con versi di Umberto Fiori
edito dalla Libreria Editrice Vaticana
interverranno:
Giovanni Chiaramonte
Umberto Fiori
Arturo Carlo Quintavalle
Recensione
Jerusalem recensioneIL Personaggio
Andrea Gagliarducci/La Sicilia
Lunedì 15 dicembre 2014

«Quando Gesù ci guarda dalla croce si rompe il legame col mondo classico e il paradigma del bello si traduce nel paradigma del vero: da lì l’artista cerca di raccontare le persone nella loro drammatica umanità. Un viaggio nella condizione umana, verso la ricerca di un senso»